La vendemmia 2009 procede a buon ritmo ma se le prime indicazioni qualitative sono molto incoraggianti, altrettanto non si può dire sotto l’aspetto economico. Mentre tante aziende devono smaltire i quantitativi del 2008 sembrano in picchiata anche i prezzi delle uve. Si parla di una flessione media del 10% sul 2008 e punte del 50%. In tutto ciò ci si mettono anche i cugini francesi che tornano a superarci in termini di quantitativo raccolto (48 milioni di ettolitri contro i circa 47 nostrani). Ci buttiamo nell’export? Beh, se conserviamo la leadership di primo esportatore mondiale i nostri “numeri” sono comunque in frenata. Gli Stati Uniti – nostro mercato di riferimento - fanno infatti registrare una nuova tendenza low cost: ovvero buon trend di importazioni di vini made in Italy ma con etichette dai prezzi contenuti.
Nel primo semestre del 2009, secondo i dati forniti dall'Italian Wine & Food Institute di New York, si è infatti registrato un incremento del 22% in quantità e una flessione del 13,1% in valore. E l'Italia enoica, come tutti gli altri competitors europei, perde posizioni: -7,9% in quantità e -18,9% in valore (979.700 ettolitri per 466,92 milioni di dollari). Unica consolazione per il Belpaese è che, tolto lo sfuso (-37,8% dell'export negli Usa, a 51.430 ettolitri), rimane il primo fornitore di vino in bottiglia degli States, anche se in generale la quota di mercato è scesa dal 31,9% al 24,1%, contro quella dell'Australia, oggi al primo posto, salita dal 24% al 30,6% (con 1.241.870 ettolitri per 275,62 milioni di dollari).
A determinare l'aumento in quantità dell'import di vino negli Usa, sottolinea l'Istituto, è stato soprattutto il massiccio incremento di vini sfusi da Australia e Sud America. E mentre tutto il Nuovo Mondo del vino fa segnare performance positive in quantità e valore (dal +31,2% e +32,6% dell'Argentina, al +138,8% e +41,4% del Cile), è tutta la Vecchia Europa a segnare pesanti battute d'arresto: per la Francia -6,5% in quantità e -29,8% in valore (373.010 ettolitri per 315.28 milioni di dollari), per la Spagna -6,9% e -22,8%.
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Hace 1 año
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